S&B Sole e Baleno

In Sole e Baleno, la struttura drammaturgica riprende quella de L’Opera da tre soldi di Brecht e Weil, pensata in un allestimento prevalentemente sonoro. Sul palco, una messa in scena ridotta ai minimi termini. Dialoghi, canzoni e musica elettronica dipanano un racconto che riunisce le parabole di Giulietta e Romeo e Sacco e Vanzetti in un unico dramma, in cui agiscono i grandi motori della tragedia: amore e morte, potere e ingiustizia. Il racconto si ispira, in modo libero, ad una storia realmente accaduta in Italia negli anni Novanta del ‘900, quella di Sole e di Baleno, due giovani uniti da un amore assoluto – e dal loro idealismo – che si scontrano con un potere e una società che prima reprime e uccide, poi riflette.

Un’opera originale di teatro musicale, testo di Pietro Babina, musica di Alberto Fiori. In scena: Serena Abrami, Pietro Babina, Alberto Fiori. Una produzione di Mesmer e Compagnia Orsini. Con il sostegno di Ravenna Teatro, Agorà, Spazio Zut, Culturara/Casa della Cultura Italo Calvino, Giordano Bruno. Un Ringraziamento a Sementerie Artistiche.


Viviamo in un’epoca in cui la maggioranza di noi partecipa semplicemente stando in silenzio o lamentandosi nel privato, ma si adatta uniformandosi nel pubblico. Oggi si fa un gran parlare di biodiversità, concetto applicabile anche alla società, al mondo specificatamente umano. L’ uso massiccio di diserbo, di antiparassitari sociali e ultimamente anche di pesticidi, conduce a omologare le nostre società plurali. Tutto è stato ammaestrato, anche la manifestazione del dissenso. Le proteste che vediamo sono educate e per questo fondamentalmente inefficaci, poiché non fanno che ribadire lo status quo. Molti percepiscono una pressione, o meglio un’oppressione, a cui però non vogliono o non sanno dare ascolto, rilegandola sempre piùin profondità, non comprendendo che  proprio in quella sensazione risiede il motore del riscatto. La storia di Sole e Baleno racconta di un momento in cui la biodiversità era più visibile e presente, dove i fiori selvatici crescevano ancora ai bordi delle strade e non si vergognavano nè di essere selvatici, nè di vivere ai bordi delle strade e che, anche se spesso non lo abbiamo capito, con la loro irruente ricerca della libertà, tutelavano anche la nostra. Un dissenso ineducato, non addomesticato, alimentato da un senso profondo metafisico e anche etologico, di giustizia. Questa storia è avvenuta poco prima del G8 di Genova del 2001, durante il quale è stato deciso che la società doveva essere gestita come una mono co(u) ltura e così è stato. E adesso, eccoci qua, tutti più felici ad ascoltare una favola di tempi molto lontani.