150.000.000 Sinfonia Majakoskijana (1998)

Sinfonia
Foto di Enrico Fedrigoli. Tutti i Diritti sono riservati.


Note di Regia. Si tratta di un oratorio su poemi del poeta russo V. Majakovskij per 6 solisti enunciatori e coro, che si avvale di supporti tecnologici di amplificazione ed effettistica. Si affronta un discorso sulla sonorizzazione (mediante sistemi computerizzati) non intesa come commento musicale, ma come entità coagente dell’atto enunciatorio.

“La parola è un condottiero della forza umana! Marsc!”        V. Majakovskij

L’idea è quella di trattare un “linguaggio” tipicamente teatrale in forma di oratorio riducendo ai minimi termini l’aspetto corporale dell’attore e della scena, esaltando così lo specifico fonico che diventa l’epicentro dinamico e di conseguenza il momento teatrale vero e proprio; Intendiamo il termine “linguaggio” come gesto reiterato della lingua, piccolo gesto che contiene in sé l’enfasi retorica capace di assumersi l’intero peso di una non scena. L’oratorio diventa supporto di una parola che si fa icona, oratorio-sfondo dorato dal quale si stagliano parole-figure. Con l’annientamento del gesto si focalizza il dinamismo ritmico sulla parola e si costruisce la scena sul piano evocativo e non su quello della verosimiglianza. Necessario a questo fine è il verso poetico: da qui l’intuizione di una “sinfonia della parola” per voci soliste e coro su poemi del poeta russo V; Majakovskij. “Sinfonia”, i cui strumenti sono le voci recitanti degli attori, secondo una modalità prettamente teatrale, non imitativa di quella musicale. Senza dubbio la parola di V. Majakovskij è la parola più icona; non solo nel suo aspetto grafico, che ne fortifica il ritmo, ma e soprattutto nel suo aspetto programmatico ed “evangelico”, di parola che arriva diritta, come lo sguardo nell’icona.

“…l’orientamento tribunizio del verso majakovkiano in lotta contro l’orientamento da romanza, da camera…”  Jurij Tynjanov (da L’evoluzione letteraria in Formalisti russi)

E’ possibile paragonare i versi di V. Majakovsij allo spirito bellico della retorica antica, della crociata tramite la parola, tramite l’immagine evocata ed evocante, e intravedere nella sua figura di visionario laico, a volte iconoclasta, ma pur sempre in dialettica con la sfera religiosa, il corrispettivo di un fervente retore, millenarista medievale. Inoltre non è secondaria la ricerca sonora che ne carattterizza tutta l’opera, che ci offre la possibilità di lavorare con grande ricchezza di materiale sul piano fonico della recitazione, confrontandosi anche direttamente con la lingua russa. [Pietro Babina]


Di Teatrino Clandestino e Fanny & Alexander

Direzione: Pietro Babina

Produzione: Teatrino Clandestino, Fanny & Alexander, Ravenna Festival
Ravenna, “Ravenna Festival”, Magazzino dello zolfo, 1 luglio 1997