no-signal (2010)


No-signal


<<Se l’iconoclastia è intesa come un’aggressione collettiva, è perché la sua espressione va oltre il rifiuto temporaneo o definitivo della rappresentazione. L’iconoclastia è lo “stallo”, il corto circuito, la brutale messa in discussione di un immaginario tramite l’abbandono di un’aspettativa insoddisfatta e la denuncia di un’impotenza.>> S.Gruzinsky

Sinossi Quattro ragazzi, Ka, Muto, Cherubino e Fiamma, entrano in un luogo abbandonato, abitato solo da un televisore. Qui cercano di dare vita e materia al loro immaginario. Sul muro della stanza, creano una grande immagine. La loro visione del mondo?

Sara, una giovane ragazza, per ribellarsi ad un mondo che non sa più tener conto del suo, decide di fare un atto estremo, quello di entrare in un reality show e una volta in trasmissione prendere in ostaggio i partecipantiLe due storie trovano punti di connessione sempre più stretti e tutti i personaggi, a loro insaputa si sovrappongono e vivono le stesse vite fino al punto estremo che li vedrà tutti protagonisti del medesimo tragico finale.

Unfair, fantasma retrò, punteggia la drammaturgia con le sue canzoni e il suo sarcasmo



Foto di Claudia Marini. Tutti i diritti sono riservati


no-signal è la scritta che compare su tutti gli schermi elettronici quando nessun segnale ritenuto chiaro, riconoscibile, giunge dalla fonte di trasmissione al terminale, è un messaggio di avviso, di allerta e indica che qualcosa nel sistema del dispositivo di visione non sta funzionando.

no-signal è un logo della tecnologia di uso comune e qui sintetizza l’idea che un segnale differente non trova riconoscimento negli spazi monopolizzati della rappresentazione. È una riflessione sul rapporto che noi tutti abbiamo con la rappresentazione, con l’immaginario collettivo, con i suoi linguaggi dominanti. Quali spazi ha un immaginario differente, come può esistere, inviare segnali, in che misura può appropriarsi e usare le armi dell’immaginario? Che ruolo hanno in questa guerra i linguaggi dell’arte, come possono entrare in questo scontro di immaginario contro immaginario? Si tratta dunque di un dominio attraverso la costruzione di un oligopolio immaginifico, il cui effetto è la paura e la paura è il tema sotteso di tutte le sue rappresentazioni, la paura di essere esclusi da quell’immaginario e vivere ai margini porta ad un conformismo che non ha alternative. Forse solo un altro immaginario può opporsi, ma come e dove può accadere questo?

no-signal è questa domanda, è la ricognizione di un eventuale altro mondo, che ora non vediamo, oscurato dalle immagini che sovrastano ogni cosa, è l’ingenuità che si propone come possibile respiro, come pensiero della possibile rivalsa degli immaginari gettati nell’oblio dal momentaneo vincitore. Ma perché poi un immaginario differente dall’attuale dovrebbe essere migliore? La risposta non può essere assoluta, ma una grande insoddisfazione sta premendo a segno che l’attuale immaginario mostra la sua violenza. La domanda che cosa è? Deve essere rimandata, prima si rende necessaria l’asserzione, la rivendicazione dell’esistere. Passato presente e futuro si scannano sulla scena nel tentativo di ricomporre, un’ idea necessaria.


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Un progetto diretto e creato da Pietro Babina
Produzione di Teatrino Clandestino
Collaboratori artistici Gemis Luciani, Daniela CeselliFiorenza Menni
Visual Concept Pietro Babina, Gemis Luciani

In scena Fedra Boscaro, Mauro Milone, Gemis Luciani, Francesco Vecchi, Pietro Babina e (in video) Gisella Jahn Pfitzne
Voci off Angela Baraldi, Andrea Alessandro La Bozzetta, Alice KellerMassimiliano MartinesFiorenza Menni
Canzoni Pietro Babina, Alberto Fiori
Fotografia di Claudia Marini
Direzione di compagnia Fiorenza Menni

Organizzazione e Promozione Giorgia Mis, Viviana Vannello
Amministrazione Elisa Marchese
Direzione tecnica Giovanni Brunetto
Scenotecnica Francesca De Gobbi
Un ringraziamento speciale a Jonny Costantino e Luigi de Angelis