Je suis le vent (2014)

di Jon Fosse
regia Lukas Hemleb

traduzione Graziella Perin
scene e costumi Pietro Babina
con Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Maison de la Culture d’Amiens – Centre européen de création et de production


© photos : Pascal Gely


Due uomini, l’Uno e l’Altro. L’Uno propone all’Altro di partire con una piccola barca per allontanarsi dalla costa, verso un’isola «dove non cresce nulla, dove non c’è nulla se non rocce grigie e nude». Sul mare, si avvicinano al punto infinito dove mare e cielo si congiungono e si confondono. Si parla della loro complicità, della loro amicizia, della loro solitudine e anche della morte. Io sono il vento è un viaggio notturno verso l’Ignoto, un periplo verso il limite di tutte le cose, un viaggio verso l’infinito, tra gli spruzzi d’acqua e la nebbia, misterioso e ammaliante. Come spesso capita con Jon Fosse, non sappiamo nulla dei protagonisti, importa solo ciò che stanno vivendo sotto i nostri occhi.
In questa struttura linguistica così essenziale dell’autore norvegese, considerato uno dei maggiori autori contemporanei, lo spettatore è costantemente vigile, guidato dalla sua curiosità e dalla sua fantasia. Scoperto in Francia da Claude Régy, Io sono il vento è l’ultimo testo messo in scena da Patrick Chéreau ad Avignon. Per la sua nuova creazione Lukas Hemleb ha scelto di mettere in scena, con la complicità di Pietro Babina per la scenografia, “questa scrittura che tocca l’essenza della vita stessa, che ci conduce ai confini del linguaggio e ci fa toccare l’inesprimibile”.